Cari Pirati di Radio e di Terra, cosa sarà mai che più mi guardo intorno con i miei bordeggi,
più prende vita la contrapposta polarità del desiderio di rafforzare il mio Bastiàn Contrario
o di chiudere definitivamente il mio Bàstian Contrario.
Ah, quando certe scuole di psicologia sostengono che nella parola c’è tutto il nostro
pensiero...!
Ecco, io mi sono sorpresa da sola vedendo svelato il “mistero” di questa puntata già nel
suo incipit...
Ma ve lo renderò esplicito poco più avanti!
Perché..... Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio? Da dove partiremo, ma soprattutto,
dove approderemo tra racconti, riflessioni e considerazioni?
Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi...
Bene, dunque: rafforzare o chiudere?
Se ci fermiamo all’idea di rafforzare, sono così tante le cose che vedo guardandomi
intorno, che potrei fare forse anche più di una puntata al giorno, avendone il tempo!
Quindi, si, avrei un bel po’ di temi da sviluppare, alcuni anche così complessi e modulari
che potrebbero occupare più puntate...
Se ci fermiamo all’idea di chiudere....beh, sarebbe solo un modo per non correre il rischio
di cadere nello stesso calderone di tanti assolutisti che propongono il proprio punto di vista
come verità assoluta e indiscutibile.
Ho sentito troppi di loro, spesso nomi illustri, nomi che con la loro eco possono trascinare
e guidare quella che banalmente viene definita opinione pubblica ma che alla resa dei
conti diventa quel pensiero che muove l’azione di masse con tutto il loro potere positivo o
negativo a seconda di quale sia l’idea portante, esprimersi in modo indiscutibile.
Personaggi che esprimono il loro pensiero senza spazi aperti al dubbio, giudizi perentori e
anche convincenti purtroppo, drastici e univoci. Cose come...vediamo di dire qualcosa di
abbastanza sciocco e leggero da non aver bisogno della puntata per essere spiegato e
ridimensionato. Qualcosa come “la birra rossa è la vergogna delle birre e chi la beve è un
povero ignorante”. Oppure si potrebbe dire “la bellezza è magra” e scivolare
immediatamente nel delicato argomento dell’anoressia, ma allora sì ci sarebbe da parlare
a lungo e soppesando con gran cura ogni singolo concetto!
L’ho fatto anch’io? Sono scivolata anch’io dentro questo brodo puzzolente delle
dichiarazioni perentorie o sono riuscita in modo abbastanza chiaro a trasmettervi che
quanto dico è il mio personale punto di vista, sono le domande che spesso mi faccio, e le
risposte che mi do come Bastiàn Contrario, ben consapevole che non sono né risposte
condivisibili universalmente, né esaustive, né facilmente applicabili anche quando
condivise?
Lo spero vivamente, anche se rimane salda la mia convinzione - non la verità didascalica
e indiscutibile! - che se tornassimo a uno stile di vita più umano e meno regolamentato ne
avremmo tutti un vantaggio non indifferente...ma comprendo molto bene la difficoltà del
passaggio necessario: quella di fare proprio un senso civico in grado di essere esso
stesso soddisfazione e orgoglio nell’applicarlo, un rispetto davvero profondo e
inattaccabile per le Vite altrui, la consapevolezza che non possiamo smettere di essere noi
stessi Natura...!
Ovvio e sott’inteso che poi sarebbero da scardinare una serie di interessi economici
collegati ai burocrati di turno e a varie categorie di lavoratori che dovrebbero reinventarsi:
insomma, rivalutare l’Umanità sarebbe un vero smacco a un sistema che si professa a
difesa e cura dell’Uomo ma che è in grado, all’occorrenza e senza recriminazioni, talvolta
di impedire cure necessarie, talvolta di lasciare persone con disabilità senza sostegni,
talvolta di costruire armi letali, talvolta di assumere in fabbriche che producono veleni di
ogni tipo persone che consapevolmente rischieranno la propria salute e la propria Vita per
mantenere se stesse e le proprie famiglie, quando il lavoro DOVREBBE essere quello
strumento che permette sostenere la Vita, non di violarla o addirittura negarla!
Si, insomma, anche rileggendomi, mi pare chiaro che quanto scrivo sia sempre
un’opinione che vi trasmetto, qualcosa che magari diventi terreno su cui riflettere e non
un’ostentata pretesa di verità...
E finalmente arriviamo al tema centrale di questa puntata! Quel valore disconosciuto e
prezioso della lettera “e”. Ricordate quella bellissima “e” così inclusiva, così rafforzativa,
così complementare, così creatrice di Pace che ci ha lasciato in eredità Anna? Ecco, è
sempre lei, la famosa “e”.
Dicevo che siamo in un mondo in cui tutto sembra basarsi sul sistema binario delle cose,
in una dicotomia che ci porta ad impoverire e ridurre la visione del Mondo, delle Persone e
delle cose tanto quanto una stampa condensa e appiattisce la tridimensionalità, la
consistenza e la luminosità delle cose.
Quello che sto cercando di sottolineare è che un sistema mentale incentrato sulla “o”
riflesso nel quotidiano, diventa tristemente e dolorosamente logica di un’azione che
conduce alla sopraffazione e alla negazione, spesso anche di se stessi.
Anche la strenua specializzazione lavorativa e certe normative troppo rigide negano la
natura stessa dell’essere Umano che tende spontaneamente ad essere varia nella sua
manifestazione e propensa a cercare soluzioni ai problemi che si trova davanti: quindi non
indirizzata a un’unico e ripetitivo tipo di azione.
Talvolta si esordisce con espressioni del tipo: “o sei nella tal maniera o non vai bene”, che
possono indicare alla moda, ricco, intelligente, moderno, aggiornato, colto, preparato....
Ma cosa significa questa serie di aggettivi? E chi detiene l’autorità universale per decidere
in senso assoluto e privo di errore cosa vada o non vada bene? Siamo abituati a
categorizzare con contorni nitidi ogni aspetto della Vita e a contrapporre ogni cosa con
una polarità opposta, considerando positiva l’una e negativa l’altra...
...ma se al posto della discriminante e prepotente “o” decidessimo di giocarci una
simpatica “e” che consente un illimitato spazio di varietà e coesistenze?
Non è forse così anche la natura stessa nella sua più profonda ricchezza? Una
coesistenza di equilibri più o meno sottili tra materia, elementi, energia, vegetali, animali e
- ahimè - l’uomo?
Provate solo a immaginare una terra fatta solo di terra, con un giorno senza mai una notte,
coperto solo di pioppi, abitato solo da gatti e per di più maschi.... A parte che per una serie
di logici motivi (calore, assenza di acqua, mancanza di cibo per i gatti e impossibilità di
riprodursi) questo non sarebbe possibile, ma non vi sembrerebbe un mondo davvero
monotono, insignificante...povero? Un mondo...senza nemmeno la magia di un tramonto?
Eppure è ciò a cui si mira: non possono vivere in santa pace gli omosessuali, come se le
loro scelte sessuali e sentimentali potessero esondare al di fuori della coppia colpendo chi
li circonda in chissà quale dannoso modo; la libertà sessuale tanto agognata per secoli, si
è bruciata nel giro di tre generazioni osteggiata da moralisti e perbenisti impauriti (o forse
impotenti?, mah!), il divorzio stesso, liberazione per tante coppie da un prigione di
frustrazione e dolore è di nuovo guardato con sospetto e rifiuto. E’ a un’assurda
omologazione collettiva che si punta. Hitleriana memoria che senza camere a gas ma con
ricatti più sottili e diffusi induce a sottostare a regole sempre più rigide, limitanti e castranti,
regole e assolutismi che negano intrinsecamente ogni libera iniziativa, ogni scelta
personale. Paradossalmente si accusano gli islamici di comportamenti retrogradi e primitivi
e ci si sta adeguando a un nuovo modo di combattere la propria insicurezza e precarietà
aggrappandosi, vittime, a modelli di facciata di famiglie perfette (condite da corna), a case
impeccabili vuote di felicità, a lavori e professioni e sempre più specializzati e monotoni, a
libri che vengono banditi, a cure mediche applicate per prassi e non certo sulla misura del
paziente...
Ritorniamo a cercare la nostra meravigliosa “e”.
Prendiamo ciascuno di noi: osserviamoci nella nostra giornata, negli istanti di cui è
composta: quante cose siamo e scegliamo e decidiamo di fare?
Parliamo proprio semplicemente del “fare”: ora sto componendo la mia rubrica, Bastìan
Contrario, concentrandomi più o meno fluidamente, sul mio obiettivo di riflettere con voi su
uno dei tanti (e se sono tanti la “e” c’è di sicuro!) argomenti che attirano la mia attenzione,
ma poco fa sono stata impegnata in una strenua battaglia con gli aggiornamenti del
computer, prima ancora ho collaudato la mia nuova lavatrice, fatto da infermiera al gatto e
coccolato Guendalina, sistemato la legnaia, cucinato, ascoltato qualcuno al telefono, fatto
fotografie, litigato col telefonino che si è inchiodato, prenotato uno spettacolo teatrale e
ripassato i passi dell’esercizio fatto a scuola di teatro.
Al di là della piacevolissima varietà di azioni in cui mi sono impegnata, proviamo a
osservare un po’, a livello interiore, come hanno giocato.
Dunque: lo scrivere per voi mi fa attingere immediatamente a più desideri, sensazioni e
stati d’animo: coesiste la necessità di mantenere la parola data a tutti gli altri della ciurma,
non ultimi coloro che ospitano il nostro programma, il Dalse e Filippo, unita al desiderio e
all’impegno di non essere banale, attingendo alle reminiscenze scolastiche per cercare di
scrivere correttamente e di essere chiara, sfruttando la mia sensibilità e fantasia,
impegnata a sottolineare situazioni per rendere migliore, secondo il mio punto di vista,
questo Mondo, spesso sulla spinta della collera contenuta e indirizzata a una
trasformazione creativa e positiva...
Beh, non me lo aspettavo nemmeno io che solo per scrivere questi pezzi, attingessi a così
tanti aspetti mentali! Quante “e”!!!
Voglio provare sinteticamente a vedere quante altre cose affiorano nel realizzare le azioni
che vi ho elencato: dopo l’attività intellettuale dello scrivere, con gli aggiornamenti del
computer emerge la mia frustrazione per la mia scarsa competenza e difficoltà di
accettazione nei confronti della tecnologia e delle sue regole, con la lavatrice nuova si
manifesta la mia curiosità condita di aspettative e di necessità di organizzazione
domestica, affiorano l’altruismo e la dedizione nel prendermi cura del micio e lo
scambievole piacere del contatto con un altro essere vivente nel coccolare Guendalina, di
nuovo l’organizzazione domestica con il lavoro in legnaia, unita però a un aspetto di
salvaguardia del mio caldo benessere invernale e del sostentamento famigliare, visto che
è sulla stufa che cucino. Al telefono ho aperto le mie orecchie e il mio cuore per lenire le
pene di chi ha chiamato e consigliarlo al meglio. Ho fatto fotografie riempiendomi gli occhi
e il cuore di bellezza, attraversato la delusione e la collera con sto telefono, sono stata
sollecita e intraprendente prenotando i posti a teatro, e ho studiato fatto ginnastica con gli
esercizi...
Ora, ditemi, non siamo un incredibile caleidoscopio di possibilità che si mescolano di volta
in volta realizzando costantemente nuove proiezioni di immagini?
Ecco, ho scoperto cha anche a livello interiore funzioniamo nello stesso complesso,
dinamico e contrapposto modo: come non è possibile né naturale compiere una sola
azione e avere un solo stato d’animo o obbiettivo, altrettanto non è possibile essere una
sola cosa. Una brava madre, volete dirmi che non perde mai la pazienza? E a quel punto
è ancora una brava madre o diventa in automatico una pessima madre? Una persona
sana, non avrà mai un’influenza o un bruciore di stomaco? Una persona intelligente, non
sbaglierà mai una valutazione?
Si...sto per entrare nelle mie aree sensibili, ormai mi conoscete, ne ho la certezza...
Inizio raccontandovi una cosa che mi è capitata e per la quale provo da un lato ripugnanza
e dall’altro gratitudine. Bell’opposizione di sentimenti, non c’è che dire!
Ero in un parcheggio, portiera aperta perché stavo caricando qualcosa.
Arriva una signora brasiliana, a giudicare dall’accento, e si “permette” di spostare la
portiera per salire più velocemente sulla sua vettura.
Le ho dato uno spintone. Prima ancora di pensare, di capire, di scegliere...le ho dato uno
spintone. Mentre agivo questo disgustoso gesto già la mia mente si riempiva di domande
e fraseggi: “cos’ha fatto di grave? cosa ti è scattato per reagire così? è anche straniera,
penserà sicuramente che sei razzista... ma sei stronza? Da te non me lo aspettavo, sei
sempre gentile e servizievole. Allora non sei la persona che credevo!”
Ecco, queste parole e altre ancora, mi hanno assalito nell’istante necessario a dare una
stupida, inutile, inopportuna spinta, mentre dalla mia bocca già usciva “Hai ragione ad
insultarmi, scusami...”
...ed è subito affiorata una cospicua dose di gratitudine: la gratitudine per aver compreso
che il “mostro” può essere dentro chiunque e stare a cuccia fino a quando non incontra
l’occasione per balzare fuori inaspettato, sorprendente. Ma per la legge dei paralleli, ho
compreso nello stesso istante che allora anche il buono può giacere non visibile nel cuore
di chi ostenta violenza e cattiveria e che da questi aspetti spesso guadagna un’etichetta!
Allora la “e” diventa quella magica lettera che mi permette di contenere il mio giudizio e
pregiudizio, diventa quella magica lettera che mi permette di confidare nella possibilità che
anche chi manifesta il peggio di sé possa scegliere o decidere o lasciarsi scappare una
sensibilità insospettabile, una solidarietà, una capacità di empatia.
Mi permette di eliminare dalla Vita ogni visione assolutista, ogni generalizzazione, ogni
categoria. Mi permette di dire con consapevolezza anche frasi come “E’ un poco di
buono”, scoprendo che in un’asserzione del genere si afferma non tanto l’aspetto negativo
manifesto della persona presa in causa, quanto la certezza che c’è del buono in lei, un
buono che può manifestarsi...
Sono certa che anche il peggiore degli assassini nutra sentimenti d’amore per qualcuno,
che sia un partner, un figlio, i genitori o un animale.
Quando mi accade di incontrare persone particolarmente sgradevoli, cerco sempre di
ricordarmi di come ho sorpreso me stessa con la storia della signora brasiliana - alla quale
mi piacerebbe tanto rinnovare le mie scuse più sentite - allo scopo di non irrigidirmi nei
miei pregiudizi assoluti ma di lasciare una volta in più lo spazio alla “e” con tutto il suo
potere.
eli the worst vi augura come sempre un buon bordeggio tra tutte le “e” possibili della vostra
Vita con la chiara percezione che volendo le “e” sono infinite quanto i numeri!
Vi invito ad ascoltarci con la nuova puntate del lunedì alle 19.00 su yastaradio.com e le
repliche del lunedì alle 21.00 su radio RCS, del giovedì alle 11.00 e della domenica alle
23.00 su yastaradio.com “e” ad essere ancora più generosi con la vostra presenza e i
vostri commenti sulla pagina facebook di Radio Pirata- la Radio nella Radio. L’ultima “e”
inerente, per quanto mi riguarda, è quella del leggermi, per chi lo desidera, sul blogspot di
Elena Furio, dove sono caricate non proprio puntualmente le puntate ma anche i testi dai
quali prendono Vita
oppure... dal podcast di www.radiorcs.it
NUOVA PUNTATA
Lunedì ore 19.00 yastaradio.com
ore 21.00 radio RCS
91.5 fm basso Lago di Garda
98.6 fm Bassa veronese e Lessinia
REPLICHE
Giovedì ore 11.00 su yastaradio.com
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